Cari fratelli e sorelle…

Dear brothers and sisters…

Messaggio pasquale di papa Francesco

Cari fratelli e sorelle,

da tempo vi penso e ogni giorno prego per voi. Ma ora, alla vigilia di questa Pasqua, che per voi sa tanto di Passione e ancora poco di Risurrezione, sento il bisogno di scrivervi per dirvi che vi porto nel cuore. Sono vicino a tutti voi, nei vostri vari riti, cari fedeli cattolici sparsi su tutto il territorio della Terra Santa: in particolare a quanti, in questi frangenti, stanno patendo più dolorosamente il dramma assurdo della guerra, ai bambini cui viene negato il futuro, a quanti sono nel pianto e nel dolore, a quanti provano angoscia e smarrimento.

La Pasqua, cuore della nostra fede, è ancora più significativa nei Luoghi in cui il Signore è vissuto, morto e risorto: non solo la storia, ma neanche la geografia della salvezza esisterebbe senza la Terra abitata da secoli, dove i cristiani vogliono restare e dov’è bene che possano restare: Grazie per la vostra testimonianza di fede, grazie per la carità che c’è tra di voi, grazie perché sapete sperare contro ogni speranza. Desidero che ciascuno di voi senta il mio affetto di padre, che conosce le vostre sofferenze e le vostre fatiche, in particolare quelle di questi ultimi mesi. Insieme al mio affetto, possiate percepire quello di tutti i cattolici del mondo! Il Signore Gesù, nostra Vita, come Buon Samaritano versi sulle ferite del vostro corpo e della vostra anima l’olio della consolazione e il vino della speranza.

Pensandovi, torna alla memoria il pellegrinaggio che ho compiuto in mezzo a voi dieci anni fa; e faccio mie le parole che San Paolo VI, primo Successore di Pietro pellegrino in Terra Santa, rivolse a tutti i credenti cinquant’anni fa: «Il protrarsi dello stato di tensione nel Medio Oriente, senza che siano compiuti passi conclusivi verso la pace, costituisce un grave e costante pericolo, che minaccia non solo la tranquillità e la sicurezza di quelle popolazioni – e la pace del mondo intero – ma anche certi valori sommamente cari, per diversi motivi, a tanta parte dell’umanità» (Esort. Ap. Nobis in Animo).

Cari fratelli e sorelle, la comunità cristiana di Terra Santa non è stata soltanto, lungo i secoli, custode dei Luoghi della salvezza, ma ha costantemente testimoniato, attraverso le proprie sofferenze, il mistero della Passione del Signore. E, con la sua capacità di rialzarsi e andare avanti, ha annunciato e continua ad annunciare che il Crocifisso è Risorto, che con i segni della Passione è apparso ai discepoli e salito al cielo, portando al Padre la nostra umanità tormentata ma redenta. In questi tempi oscuri, in cui sembra che le tenebre del Venerdì santo ricoprano la vostra Terra e troppe parti del mondo sfigurate dall’inutile follia della guerra, che è sempre e per tutti una sanguinosa sconfitta, voi siete fiaccole accese nella notte; siete semi di bene in una terra lacerata da conflitti.

Per voi e con voi prego: “Signore, tu che sei la nostra pace (cfr Ef 2,14-22), tu che hai proclamato beati gli operatori di pace (cfr Mt 5,9), libera il cuore dell’uomo dall’odio, dalla violenza e dalla vendetta. Noi guardiamo te e seguiamo te, che perdoni, che sei mite e umile di cuore (cfr Mt 11,29). Fa’ che nessuno ci rubi dal cuore la speranza di rialzarci e di risorgere con te, fa’ che non ci stanchiamo di affermare la dignità di ogni uomo, senza distinzione di religione, di etnia o di nazionalità, a partire dai più fragili: dalle donne, dagli anziani, dai piccoli e dai poveri”.

Fratelli, sorelle, voglio dirvi: non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità operosa, sperando di poter tornare presto da voi come pellegrini, per guardarvi negli occhi e abbracciarvi, per spezzare il pane della fraternità e contemplare quei virgulti di speranza cresciuti dai vostri semi, sparsi nel dolore e coltivati con pazienza.

So che i vostri Pastori, i religiosi e le religiose vi sono vicini: li ringrazio di cuore per quanto hanno fatto e continuano a fare. Cresca e risplenda, nel crogiolo della sofferenza, l’oro dell’unità, anche con i fratelli e le sorelle delle altre Confessioni cristiane, ai quali pure desidero manifestare la mia spirituale vicinanza ed esprimere il mio incoraggiamento. Tutti porto nella preghiera.

Vi benedico e invoco su di voi la protezione della Beata Vergine Maria, figlia della vostra Terra. Rinnovo l’invito a tutti i cristiani del mondo a farvi sentire il loro sostegno concreto e a pregare senza stancarsi, perché l’intera popolazione della vostra cara Terra sia finalmente nella pace.

Fraternamente, 

Roma, San Giovanni in Laterano, Settimana Santa 2024
 

FRANCESCO

Dear brothers and sisters,

For some time, you have daily been in my thoughts and prayers. Now, on the eve of this Easter that for you is so overshadowed by the Passion and, as yet, so little by the Resurrection, I feel the desire to write to you and to tell you how close you are to my heart. I embrace all of you, in the variety of your rites, dear Catholic faithful living throughout the Holy Land. In a particular way, I embrace those most affected by the senseless tragedy of war: the children robbed of their future, those who grieve and are in pain, and all who find themselves prey to anguish and dismay

Easter, the heart of our faith, is all the more significant for you who celebrate this feast in the very places where our Lord lived, died and rose again. The history of salvation, and indeed its geography, would not exist apart from the land in which you have dwelt for centuries. There you want to remain, and there it is good that you should remain. Thank you for your testimony of faith, thank you for the charity that exists among you, thank you for your ability to hope against all hope.

I would like each of you to feel my paternal affection, for I am conscious of your sufferings and your struggles, particularly in the course of these recent months. Together with my affection, may you sense the love of Catholics throughout the world! May the Lord Jesus, our Life, like the Good Samaritan, pour over your wounds in body and soul the balm of his consolation and the wine of hope.

I think back on the pilgrimage I made among you ten years ago, and I would like to make my own the words that, fifty years ago, Saint Paul VI – the first Successor of Peter to travel as a pilgrim to the Holy Land – addressed to the faithful everywhere: “The continuing tensions in the Middle East, and the lack of concrete progress towards peace, represent a constant and dire threat not only to the peace and security of those peoples – and indeed of the entire world – but also to values supremely dear, for different reasons, to much of mankind” (Apostolic Exhortation Nobis in Animo).

Dear brothers and sisters, the Christian community of the Holy Land has not only acted, down the centuries, as a guardian of the places of our salvation, but has likewise borne enduring witness, through its own sufferings, to the mystery of the Lord’s Passion. By your ability to rise anew and press forward, you have proclaimed, and continue to proclaim, that the crucified Lord rose from the dead; bearing the marks of his Passion, he then appeared to his disciples and ascended to heaven to bring before the Father our tormented yet now redeemed humanity. In these bleak times, when it seems that the dark clouds of Good Friday hover over your land, and all too many parts of our world are scarred by the pointless folly of war – which is always and for everyone a bitter defeat – you are lamps shining in the night, seeds of goodness in a land rent asunder by conflict.