IL tempo di Avvento

Con l’Incarnazione il Figlio di Dio è entrato nella storia: è nato a Betlemme, una volta per tutte. Dunque è chiaro che non “rinasce” ogni anno a Natale. Ma la nascita di Gesù è un evento che non ha riguardato solo i Suoi contemporanei. Gesù non è nato solo per Maria, Giuseppe, i pastori e i re Magi. È nato per me e per ciascuno di noi. Anche se non posso andare nella stalla di Betlemme come i pastori, sono invitato a contemplare e ad adorare Gesù e la sua Famiglia, nella grande povertà e precarietà… Questo evento riguarda l’oggi, la mia vita: posso accogliere il mistero dell’Incarnazione di Dio e viverLo.

Gesù, che è nato a Betlemme per amore verso di me. La stalla, la paglia e i vagiti del neonato appartengono al passato, ma Gesù Si fa uomo per amore verso di me ancora oggi.

Durante l’Avvento non prepariamo una culla per accogliere un neonato, ma prepariamo i nostri cuori per accogliere Dio fatto uomo. “Ma l’abbiamo già fatto l’anno scorso! Non ha senso rifare tutto da capo!” L’anno scorso? Certo, e non solo l’anno scorso, perché siamo invitati ad accogliere Gesù ogni giorno. Ma non Lo accogliamo una volta per tutte e mai abbastanza. Non è mai finita. Come preparare allora i nostri cuori per ricevere il mistero del Natale?


CHRISTMAS

Tre parole chiave per ritmare l’Avvento

La preghiera, la povertà e la pazienza devono diventare le nostre guide verso il Natale.

La preghiera: in famiglia e da soli, dobbiamo, durante queste quattro settimane che ci separano dal Natale, dare più tempo alla preghiera. Questo è possibile per tutti: sta a ciascuno vedere come organizzarsi. Chiediamo alla Madonna di aiutarci, Lei che ha vissuto un “Avvento” di nove mesi, dall’Annunciazione alla Natività: non esitiamo a recitare il Rosario, la preghiera per eccellenza dei piccoli e dei poveri. Meditiamo sui passi della Parola di Dio che la Chiesa ci dà da ascoltare durante l’Avvento. Riprendiamo, ad esempio, durante la preghiera familiare, i Salmi che parlano dell’attesa e della speranza del popolo di Dio.

La povertà: basta guardare il presepe e la semplicità dei pastori che per primi sono stati invitati ad incontrare il Messia, per capire che ci vuole un cuore umile e semplice per entrare nel mistero del Natale. Ricordiamo altre felicità che non si comprano e non si vendono. I beni materiali non sono il natale, ma una sua falsificazione. Ricordiamoci dei poveri: ce ne sono ti tutti i generi: persone ammalate e sole, persone tristi e in difficoltà economiche, chi ha perso casa o lavoro, chi è straniero o in viaggio, chi non ha mezzi per scaldarsi, chi non può fare un dono o fare festa…

La pazienza: durante l’Avvento, siamo invitati a meditare sulla lunga attesa del Popolo eletto che per millenni ha desiderato la venuta del Messia. L’Antico Testamento ci ricorda che Dio sa “prendersi tempo” e, soprattutto, che è infinitamente paziente e misericordioso: Dio non dice mai a nulla e nessuno: “A che serve? E non vuole che nessuno dica: ” Sono una causa persa!” La pazienza s’impara ogni giorno, quando accetto di accogliere con serenità e gioia gli ostacoli, i miei e altrui difetti, i ritardi e i contrattempi, quando accetto di camminare al passo di un bambino, quando abbandono nelle mani di Dio ogni angoscia e ogni paura davanti al futuro per vivere pienamente il momento presente.

Prendiamoci tutti il tempo di prepararci al Santo Natale!