8 marzo: no alla violenza sulle donne

Il Vangelo ci invia verso le sofferenze delle periferie esistenziali….

Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna.

Da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità.

Infinite volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia o sfruttato come merce da vendere in strada e nelle multiformi trappole della rete.

Va liberata la rappresentazione femminile dal consumismo, rispettare e onorare le nostre madri, sorelle, figlie. Perché la loro è «la carne più nobile del mondo», quella che ha concepito e dato alla luce «l’Amore che ci ha salvati».E invece oggi pure la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica.

«Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero», evidenzia papa Francesco.

La donna ha più di tutte le creature la capacità di amare, di trasformare i piccoli gesti in momenti significativi, ripeteva Madre Teresa.Una lezione da far rivivere nella quotidianità della nostra società che pretende o compra l’amore invece di meritarlo.