Ogni VENERDI’ di QUARESIMA ore 18,30 un’ora di ascolto e di preghiera

PAPA FRANCESCO: “Quando ci manca la speranza vaghiamo nella vita come in una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme. (…) Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto. Affinché concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere la realtà. Quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò, subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta:

DAL LIBRO DELL’ESODO 4 Il Signore vide che Mosè si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 5 Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». 6 E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele» (Es 3,7-8).

CHIEDITI:

1. Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo: arriva anche a noi? Ti scuote? Ti commuove?

2. Chi sono le persone che oggi sono vittime dell’oppressione? Che cosa fai concretamente per soccorrerle?

3. Chi sono le persone che soffrono per causa tua?

4. Ci sono situazioni dalle quali “volti la faccia” per non vedere?

5. Anche oggi tanti “faraoni” opprimono e tolgono libertà, condizionando le scelte e le decisioni? cosa potresti fare per non subirne il ricatto?

LEGGI: “Il cammino quaresimale sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà.

PREGA: Salmo 117

Celebrate il Signore, perché è buono; perché eterna è la sua misericordia.
 Lo dica chi teme Dio: eterna è la sua misericordia.  Nell’angoscia ho gridato al Signore,
mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. Il Signore è con me, non ho timore; che cosa può farmi l’uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, sfiderò i miei nemici. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo.  È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. Tutti i popoli mi hanno circondato, ma nel nome del Signore li ho sconfitti.  Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore li ho sconfitti.  Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra le spine, ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato mio aiuto.  Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie.  Non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore. Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.  Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti. Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza.  La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo;  ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto.  Celebrate il Signore, perché è buono: perché eterna è la sua misericordia.

NOTIZIE:

1.  “Nel 2018 il Global Slavery Index, un’organizzazione che si occupa di indicizzare paese per paese il numero delle persone schiavizzate, ha stimato circa 145mila lavoratori/lavoratrici in condizione di neo-schiavitù in Italia,  di cui 50mila nel settore agricolo e molte altre migliaia nella prostituzione forzata e nel lavoro domestico. Uno speciale report dell’ONU sulla schiavitù odierna, uscito nello stesso anno, ha riportato che 400mila lavoratori agricoli in Italia sono a rischio sfruttamento, e circa 100mila sono forzati a vivere in condizioni disumane. The: Guardian: “nel 2019 si parlava del neo-schiavismo: «Questa vulnerabilità è uno stato tanto mentale quanto fisico. Quando sei stato schiavizzato, quella condizione ti resta in testa e cominci a ragionare diversamente». Secondo Sagnet, a differenza della schiavitù dei secoli scorsi, in cui veniva privata la libertà dell’individuo, «la schiavitù del 21esimo secolo non ha bisogno di catene, perché viene sfruttato il continuo senso di intimidazione e inferiorità che provano gran parte delle persone vulnerabili, in primis i migranti».

2. I social media rendono schiavi? No, se impariamo ad usarli! Nella loro natura non ci portano, quindi, a diventarne schiavi. Sono i meccanismi che la società ha sviluppato intorno ad essi che ci hanno portato a diventarlo. Siamo spinti dalla necessità e dall’esigenza di condividere, con amici e non, quello che mangiamo, i posti che vediamo, i libri che leggiamo e la musica che ascoltiamo che, in parte, possono essere un ottimo spunto per creare nuove conversazioni e conoscere nuova gente. Ma il troppo stroppia! Si rischia di entrare in un loop fatto di like, visualizzazioni e commenti. Perciò, prima di pensare a quale foto postare o quale storia condividere, impariamo a goderci i momenti che stiamo vivendo, e poi, se avanza tempo, pensare al post da condividere, quello che meglio si abbina ai nostri gusti e interessi, altrimenti va bene così!

POESIA: Attila József, Come la via lattea

Come la Via Lattea sulle volte che si dilatano dei cieli in movimento e come la realtà dopo una febbre acuta così brilla e risplende, nella mia anima avida del mondo, la liberazione dell’uomo…

Alda Merini, Amare è rischiare di essere rifiutati

Amare è rischiare di essere rifiutati. Vivere è rischiare di morire.
Sperare è rischiare di essere delusi. Provare è rischiare di fallire.
Rischiare è una necessità. Solo chi osa rischiare è veramente libero.

Rabindranath Tagore, Sotto il cielo della libertà

Dove la mente non conosce paura e la testa si tiene alta, dove il sapere è libero, a tutti, dove il mondo non è chiuso dalle pareti di una casa, dove la mente è a Te indirizzata, verso pensieri e azioni sempre più grandi, sotto questo cielo di libertà, Padre mio,
fa’ che il mio popolo si desti.

PREGA: Chiediamo con fede il dono della liberazione…

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